Opera.![]()
Villa Borghese. 55 x 46 cm. 2001.![]()
Via Margutta. 50 x 50 cm. 2001.![]()
Casino Farnese. 50 x 50 cm. 2001.![]()
Via St. Francesco a Ripa. 55 x 46 cm. 2001.![]()
Museo Nazionale Romano. 55 x 46 cm. 2001. |
Su Santi Roca-D. Costa si sono dette cose fantastiche e molto intelligenti. È un artista che ha avuto fortuna. Conquistata con sforzo. Ma la cosa pié significativa che si è detta sulla sua opera la scrisse propio lui alcuni anni addietro. Nelle sue parole, in apparenza ovvie, c'è tutta una teoria sulla creazione artistica. Eccole: "Mediante la pittura si possono raccontare molte cose senza che il linguaggio sia necessariamente difficile da capire. Complicare conscientemente le cose per renderle pié "interessanti", mi sembra sia segno di una mancanza di fiducia, o di risorse. D'altra parte, chisà dov'è l'arte d'avanguardia (...) Io, da parte mia, mi accontenterei di poter fare una pittura rappresentativa della mia epoca". Per me, la pittura di Roca-D Costa è realistica senza essere fotografica, compensibile senza essere semplicistiza, bella senza essere nostalgica, informativa senza essere turistica, oggettiva senza essere freda, vicina senza essere casereccia. È armonica, ispira pace ed ha connotazioni classiche. Inoltre, ha un valore che è caratteristico di ogni opera d'arte: è sintetica ed essenziale. Che altro sono i suoi quadri su Londra, per esempio? Quanti sono figli di un padre che li ha preceduti, con resultati notevoli, nello stesso impegno professionale, conoscono i vantaggi e gli inconvenienti che chiò implica. Santi Roca-D Costa ha saputo approfittare i vantaggi, concretati nella volontà e nello spitiro creatori, nell'attitudine artistica e nella familiarità con il mestiere e la tecnica, ed ha saputo vincere gli inconvenienti, che avrebbero potuto manifestarsi in un continuismo facile e redditizio nell'immediato però sterile a medio e lungo termine. La magnífica mostra che nel 1994 presentò la galleria El Claustre, a Girona, costituí l'espressione pié chiara della differenza concettuale e creative esistente fra gli acquerelli di Jaume Roca Delpech e gli oli di suo figlio Santi. L'uno e l'altro hanno coinciso, però, in un fatto: hanno saputo diventare pittore di realtà internazionali e raggiungere una proiezione europea, manteniendo la fedeltà, a tutti i livelli, alla loro Girona natale -il padre nacque a Salt-, in cui hanno sviluppato la parte pié reppresentativa della loro opera. Con tutto questo bagaglio, non è stato difficile per Roca D-Costa dipingere la città di Roma. Ha esperienza in temi urbani europei e gli si adatta l'arte rinascimentale che respira la capitale italiana. Come se la mostra si fosse preparata pensando a lui. Jaume Sobrequès i Callicó. |